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La Proctite Cronica da Radioterapia (Attinica):
una guida completa per i pazienti

La proctite cronica da radioterapia (PCR) è una condizione che colpisce alcuni pazienti sottoposti a trattamenti radioterapici nella regione pelvica. In questa pagina esploreremo in dettaglio questa condizione, comprese le cause, i sintomi, le opzioni di trattamento e i suggerimenti per gestire la PCR in modo efficace.

Cos'è la Proctite Cronica da Radioterapia (PCR)?

La PCR è una reazione avversa alla radioterapia utilizzata per trattare tumori localizzati nella zona pelvica, come il cancro alla prostata, al retto o alla cervice uterina. Questa terapia è estremamente efficace nel trattamento di queste neoplasie, ma purtroppo può causare effetti collaterali indesiderati.

Prima dell’avvento delle nuove tecniche di radioterapia, l’incidenza della PRC interessava oltre il 30% dei pazienti sottoposti a radioterapia. Con l’introduzione delle nuove tecniche l’incidenza è scesa notevolmente, attestandosi su valori intorno al 5%.

La PCR è una condizione in cui la mucosa del retto diventa infiammata e può provocare una serie di sintomi sgradevoli. Questi sintomi possono verificarsi durante o dopo il trattamento radioterapico e, in alcuni casi, possono persistere a lungo termine.

Cause della Proctite Cronica da Radioterapia

La causa principale della PCR è la radiazione stessa. La radioterapia mira a distruggere le cellule tumorali, ma può anche danneggiare le cellule sane circostanti. In particolare, le radiazioni causano uno stress ossidativo che provoca una infiammazione dei piccoli vasi arteriosi che decorrono sotto la mucosa del retto e del colon. Questa condizione, nota come endoarterite obliterante, causa la chiusura di molte arteriole, con conseguente ischemia, fibrosi della parete e tentativi di riparazione che portano alla formazione di nuovi vasi in modo caotico e disorganizzato. Il risultato è rappresentato da tratti di parete rivestiti da mucosa irregolare, alternata ad aree ulcerate nel cui fondo sono presenti piccoli vasi facilmente sanguinanti

Altri fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare la PCR includono:

  • Dosi elevate di radiazione: Maggiore è la dose di radiazione, maggiore è il rischio di sviluppare la PCR.

  • Terapia radiante ad alta precisione: Nuove tecniche di radioterapia mirata possono ridurre il rischio di PCR.

  • Altre condizioni mediche: Alcune condizioni mediche preesistenti, come il diabete, possono aumentare il rischio di PCR.

Sintomi della Proctite Cronica da Radioterapia

I sintomi della PCR possono variare da lievi a gravi e possono includere:

  • Diarrea cronica: La diarrea è uno dei sintomi più comuni ed è spesso sanguinolenta.

  • Dolore rettale: Il paziente può avvertire dolore costante o intermittente nella zona anale o rettale.

  • Sanguinamento rettale: Il sangue nelle feci o sul tessuto di carta igienica è un sintomo comune.

  • Urgenza di evacuare: Il bisogno improvviso e urgente di svuotare l'intestino può essere un problema.

  • Tenesmo: Questo termine si riferisce alla sensazione di dover evacuare, anche se l'intestino è vuoto.

  • Incontinenza fecale: In casi gravi, la PCR può portare a perdite involontarie di feci.

  • Secrezione mucosa: Il retto può produrre eccessive secrezioni mucose.

La PCR può manifestarsi nel corso della radioterapia o, più comunemente dopo la sua fine, spesso a qualche mese di distanza e con decorso ingravescente. Nei casi più frequenti, la sintomatologia tende ad attenuarsi nel tempo ma sono comuni i casi in cui si assiste ad una sua cronicizzazione.

Diagnosi della Proctite Cronica da Radioterapia

Se si sospetta una PCR, è fondamentale consultare un medico. Il medico eseguirà un esame fisico e potrebbe richiedere alcuni test, tra cui:

  • Esame rettale: Per valutare le condizioni della mucosa rettale.

  • Colonscopia: Per esaminare direttamente l'intestino e rilevare eventuali anomalie.

  • Esami del sangue: Per monitorare il livello di emoglobina e determinare se c'è un sanguinamento occulto.

  • Test delle feci: Per verificare la presenza di sangue occulto nelle feci.

Una diagnosi accurata è fondamentale per determinare il trattamento migliore per il paziente.

Opzioni di Trattamento per la PCR

Il trattamento della PCR mira a gestire i sintomi e a migliorare la qualità della vita del paziente. Le opzioni di trattamento possono includere:

1. Terapia Medica:

  • Farmaci anti-diarrea: Come la loperamide, possono aiutare a controllare la diarrea.

  • Farmaci antinfiammatori: I cortisonici, somministrati per via rettale, e la mesalazina somministrata per via orale e rettale sono spesso impiegati all’esordio della sintomatologia. La loro reale efficacia è molto dubbia.

  • Acidi grassi a catena corta: come l’acido butirrico, sono stati spesso impiegati su base empirica negli anni passati ma si sono dimostrati inutili negli studi scientifici.

  • Metronidazolo: L’uso di questo antibiotico si è dimostrato inutile.

  • Ozono: la terapia con ozono non ha superato la verifica scientifica.

  • Sucralfato : Il farmaco in Italia è commercializzato in bustine come gastroprotettore. Può essere utilizzato per praticare clisteri sciogliendo due grammi di prodotto in 20 ml di acqua, da somministrare due volte al giorno. Questo trattamento è efficace in oltre il 90% dei pazienti.

  • Farmaci antiossidanti: Come la vitamina E e C si sono dimostrati utili nel lungo periodo.

  • Pre e Pro-biotici: Si ritiene che la normalizzazione della flora microbica intestinale possa avere un ruolo nel trattamento e prevenzione della PCR.

  • Flavonoidi: Si sono dimostrati efficaci nel prevenire o ridurre le manifestazioni della PCR probabilmente per effetto della loro azione antiossidante, antinfiammatoria e vasoprotettiva. È importante sottolineare che gli studi sull'uomo per valutare la loro efficacia sono ancora limitati e necessitano di verifiche.

  • Ossigenoterapia Iperbarica: Questa forma di trattamento si è dimostrata efficace in numerose condizioni nelle quali sono presenti lesioni che tendono a non guarire per le cause più disparate, fra queste anche le lesioni del colon e retto da radioterapia. Probabilmente agisce stimolando la crescita di nuovi vasi (angiogenesi), migliorando l’ossigenazione dei tessuti e, forse, anche per un’azione antibatterica. La sua efficacia nella PCR è provata. Il limite è rappresentato dalla sua scarsa disponibilità sul territorio.

2. Interventi Endoscopici

  • Formalina: L’applicazione diretta di una soluzione diluita al 4% applicata direttamente sulle lesioni ulcerose consente il controllo del sanguinamento da PCR nel 70-100% dei casi. Possono essere richieste più applicazioni per ottenere il controllo del sanguinamento.   

  • Terapia con Argon Plasma: Questa procedura mira ad essiccare la parete rettale la dove sono presenti i vasi sanguinanti. L’effetto termico in profondità e lateralità è minimo, quindi è una procedura molto più controllabile delle successive.

  • Bisturi Bipolare, Bisturi a ultrasuoni, Laser: Trovano indicazione quando il trattamento con argon-plasma non è possibile.

3. Chirurgia

In casi gravi o refrattari, può essere necessario un intervento chirurgico. Ciò può comportare la rimozione di parti del retto, del colon e/o, in alcuni casi, la creazione di una colostomia temporanea.

Gestire la PCR: Suggerimenti per i Pazienti

  1. Comunicare con il medico: È essenziale comunicare apertamente e sinceramente con il medico sui sintomi e sulle preoccupazioni. Esistono molti modi per trattare la proctite cronica da raggi e può essere necessario modificare più volte le scelte terapeutiche adottate, fino a trovare quella individualmente più efficace per controllare i sintomi. Come in molti altri casi in medicina, la terapia deve essere personalizzata alle caratteristiche del singolo paziente.

  2. Seguire il piano di trattamento: Aderire rigorosamente alle raccomandazioni del medico per il trattamento e il monitoraggio. Talora le risposte terapeutiche non sono immediate, questo è un fatto di cui il paziente deve essere consapevole.

  3. Modifiche dietetiche: Potrebbero essere necessarie modifiche nella dieta per affrontare la diarrea e i sintomi correlati. Vanno evitati tutti i cibi irritanti, quelli piccanti e l'assunzione di alcolici e caffè. L'assunzione di simbiotici (una combinazione di prebiotici e probiotici) ha dato risultati positivi nella prevenzione e cura della proctite da raggi. Un dietista  esperto nella gestione delle problematiche connesse con la radioterapia può essere di aiuto.

  4. Idratazione: Mantenere un adeguato apporto di liquidi è importante per prevenire la disidratazione.

  5. Cura dell'igiene: È importante mantenere un'adeguata igiene anale per prevenire l'irritazione.

  6. Fumo: il fumo di sigari e sigarette va completamente evitato.

  7. Attività Fisica: Praticare attività fisica in modo costante aiuta a normalizzare la funzione intestinale previene l'insorgenza di una sindrome metabolica e contribuisce a mantenere il paziente socialmente attivo.

  8. Supporto psicologico: La PCR può avere un impatto emotivo significativo. Il supporto di uno psicologo o di un gruppo di sostegno può essere prezioso. Il fatto che questa sia l'ultima voce di questo elenco non indica che è un intervento che può essere tralasciato.

Conclusioni

La proctite cronica da radioterapia è una condizione che mette alla prova sia il paziente che il medico ma è gestibile. Con una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato, è possibile affrontare i sintomi e migliorare la qualità della vita. È fondamentale lavorare a stretto contatto con il proprio medico per trovare la strategia di trattamento migliore per le proprie esigenze. Con il giusto supporto, è possibile gestire questa condizione con successo e continuare a vivere una vita soddisfacente.

Ricorda sempre di consultare il tuo medico o un professionista sanitario qualificato per una valutazione e un trattamento appropriati della tua situazione medica specifica.

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