Dott. Antonio Daffinà
proctologoaroma.it
IL SANGUINAMENTO ANALE o RETTORRAGIA
può originare da diversi punti dell'apparato digerente, dalla bocca all'ano. Può variare in quantità dall'essere dimostrabile solo con i test di laboratorio (ricerca del sangue occulto) all'essere così abbondante da mettere in pericolo la vita.
È un sintomo che suscita sempre preoccupazione e disagio anche quando non è la prima volta che si manifesta. In ogni caso, è importante affrontarlo in modo corretto, per identificarne rapidamente la causa e trattarla in modo efficace.
Esploriamo le comuni cause del sanguinamento anale, i sintomi correlati e le opzioni diagnostiche disponibili.
DEFINIZIONI IMPORTANTI
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Ematemesi: consiste nell'emissione di sangue dalla bocca con il vomito. Si tratta di un sintomo che indica un sanguinamento dalla parte alta dell'apparato digerente (esofago, stomaco e duodeno).
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Rettorragia o Ematochezia: è il sanguinamento che origina dalla parte inferiore dell'apparato digerente, principalmente dal colon e dal retto. Consiste nella evacuazione di sangue e coaguli il cui colore sarà più o meno modificato in rapporto alla sua permanenza nell'intestino ed alla velocità del sanguinamento .
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Melena: con questo termine si indica l'emissione di feci maleodoranti e nere come la pece. È la conseguenza di un sanguinamento che origina dalla parte alta dell'apparato digerente.
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Sangue Occulto: è la presenza di sangue nelle feci rilevabile solo con test di laboratorio. Indica la presenza di una lesione sanguinante in qualche punto dell'apparato digerente.
CAUSE FREQUENTI DI SANGUINAMENTO ANALE
Il sanguinamento anale può essere causato da diverse condizioni, tra cui:
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Emorroidi: cuscinetti formati da vasi e tessuto connettivo nell'ano, che possono sanguinare quando si ammalano.
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Ragadi anali: piccole lacerazioni dell'ano e del canale anale che causano dolore e sanguinamento durante e dopo la defecazione.
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Fistole anali: piccoli canali anomali tra la pelle dell'ano e il canale anale o il retto, che possono causare sanguinamento e secrezioni.
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Polipi intestinali: escrescenze anormali sulla mucosa dell'intestino che possono sanguinare e, in alcuni casi, diventare cancerose.
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Diverticoli colici: estroflessioni nella parete del colon che possono infiammarsi e sanguinare.
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Malattie infiammatorie croniche dell'intestino: come la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn, che possono manifestarsi con sanguinamento anale ed emissione di muco.
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Altre malattie intestinali e infezioni: come la celiachia, la sindrome dell'intestino irritabile, il diverticolo di Meckel, le coliti ischemiche, che possono causare sanguinamento intestinale.
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Neoplasie del colon e del retto: il sanguinamento anale può essere il primo sintomo di una neoplasia colorettale.
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Interventi chirurgici sull'apparato digerente: possono causare complicanze emorragiche, soprattutto a livello delle suture intestinali.
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Malattie infiammatorie o neoplastiche dell'esofago, stomaco, duodeno e piccolo intestino: molte malattie infiammatorie e di malassorbimento, oltre alle neoplasie benigne e maligne, possono causare un sanguinamento che si denuncia con la comparsa di sangue nelle feci.
COSA FARE IN PRESENZA DI UN SANGUINAMENTO ANALE?
Il sanguinamento anale può essere di natura acuta o cronica. Quando si manifesta in forma acuta e si accompagna a segni d'allarme come:
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sincope,
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ipotensione,
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pallore,
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tachicardia
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sudorazione
è necessario sottoporsi a una visita medica urgente.
Nel caso in cui il sanguinamento non presenti segni di allarme, il paziente deve sottoporsi a una visita specialistica approfondita per determinarne le cause e stabilire una terapia appropriata in modo non urgente. Questo vale anche se si tratta di una recidiva di un episodio di sanguinamento già verificatosi in passato, poiché la causa potrebbe essere diversa.
Anche in assenza di segni di allarme, un sanguinamento anale abbondante o di piccole quantità ripetute più volte in un breve arco temporale o che si manifesta nei trenta giorni successivi a un intervento chirurgico proctologico o sull'apparato digerente, deve essere sempre valutato in tempi brevi da uno specialista qualificato.
Sanguinamenti anali che si manifestano con gocciolamento di sangue rosso vivo al termine della defecazione, con la sua espulsione a spruzzo sulle pareti della tazza al termine dell'evacuazione o durante i passaggi di gas, come pure la presenza di sangue sulla carta igienica sono solitamente indicativi di una patologia anorettale benigna.
Piccole macchie di sangue sugli indumenti di solito indicano la presenza di una ragade anale, una fistola o un prolasso muco-emorroidario.
In sintesi, il sanguinamento anale è un sintomo che non deve mai essere trascurato, anche se è già accaduto in precedenza.
QUALI ESAMI FARE PER IL SANGUINAMENTO ANALE?
La raccolta dell'anamnesi e la visita proctologica sono elementi fondamentali nella valutazione del paziente con sanguinamento rettale, sia in condizioni non urgenti che in situazioni di emergenza.
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Anoscopia: quando il sanguinamento non è massivo, l'anoscopia può confermare l'origine anorettale del sanguinamento. Nei pazienti di età inferiore ai 45 anni, con piccoli sanguinamenti e quando è stata identificata una malattia proctologica come causa del sanguinamento, potrebbe non essere necessario eseguire ulteriori esami, a meno che il sanguinamento persista o si ripresenti a breve distanza di tempo. Nei pazienti di età superiore ai 45 anni, anche in presenza di una patologia proctologica confermata, è necessaria l'esecuzione di una colonscopia per escludere la presenza di polipi o di una neoplasia colica.
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Colonscopia: rappresenta l'esame di scelta per lo studio dei sanguinamenti anali. Può essere eseguita in condizioni non urgenti o in situazioni di emergenza, a seconda dell'organizzazione ospedaliera. In condizioni non urgenti, è l'esame di riferimento per lo studio delle malattie del colon e del retto. Viene utilizzata sia a fini diagnostici che terapeutici, come l'asportazione di polipi o altre lesioni colorettali, la chiusura di fistole intestinali o il controllo del sanguinamento mediante coagulazione o applicazione di clip endoscopiche.
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Angio-TC e Scintigrafia: quando il sanguinamento persiste e non è possibile eseguire una colonscopia, si ricorre a procedure di radiologia interventistica. L'Angio-TC è preferibile alla scintigrafia per individuare la sede del sanguinamento. Se la sede del sanguinamento viene identificata, il paziente deve essere sottoposto a un'Angiografia urgente con finalità terapeutiche.
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Angiografia Interventistica: nei pazienti instabili, con sanguinamento attivo, l'esame può essere eseguito anche senza preliminare Angio-TC. Quando la sede del sanguinamento viene identificata, l'angiografia interventistica permette di arrestare il sanguinamento in oltre il 95% dei casi con l'embolizzazione selettiva o superselettiva del vaso responsabile del sanguinamento. Nel 5% dei casi possono verificarsi complicanze, come la colite ischemica, che possono richiedere un trattamento chirurgico. Nel 25% dei casi si può avere la ripresa del sanguinamento che viene trattata con la ripetizione dell'embolizzazione angiografica, quasi sempre con risultati favorevoli.
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Intervento Chirurgico: quando è impossibile accertare la sede del sanguinamento o trattarla in modo efficace con procedure endoscopiche o di radiologia interventistica, si rende necessario procedere ad un intervento chirurgico il cui scopo sarà quello di resecare un segmento più o meno ampio dell'intestino crasso dove è localizzata la sede del sanguinamento.
In conclusione, il sanguinamento anale è un sintomo che non deve essere trascurato.
È importante consultare un medico per una corretta diagnosi e un trattamento adeguato di questa condizione.
La maggior parte dei sanguinamenti anali sono dovuti a condizioni benigne, come le ragadi e le emorroidi, che possono essere trattate in modo efficace con una combinazione di rimedi casalinghi, modifiche dell'alimentazione e dello stile di vita e, quando necessario, terapie specifiche.