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Cisti pilonidale (cisti sacrococcigea): cause, sintomi, diagnosi e prevenzione

La Cisti Pilonidale, o cisti sacrococcigea, è una lesione benigna nella regione sacrale, tra i glutei, causata dall'accumulo di peli incarniti. In questa pagina spieghiamo cos'è questa patologia, quali sono le sue cause e i sintomi, come viene diagnosticata e come prevenirla.

Cos'è la Cisti Pilonidale

La cisti pilonidale – detta anche sacrococcigea o sinus pilonidalis – è una sacca nella quale si accumulano peli, detriti cellulari e pilucchi degli indumenti localizzata nel sottocutaneo della piega glutea, a livello sacrococcigeo. 

Come si forma la cisti pilonidale

Il meccanismo di formazione della cisti pilonidale è piuttosto semplice.

Dopo la caduta di un pelo, la cavità del follicolo che lo conteneva subisce un’alternanza continua di compressioni e dilatazioni, provocate dai movimenti dei glutei. Durante la fase di dilatazione, frammenti di peli, detriti cutanei e fibre tessili vengono risucchiati all’interno del follicolo, ma non riescono più a fuoriuscire nella fase successiva, a causa delle piccole dimensioni dell’apertura esterna.

Con il ripetersi continuo di questi microscopici cicli di aspirazione, il materiale intrappolato si accumula progressivamente, fino a trasformare il follicolo in una vera e propria cisti pilonidale (o sacrococcigea).

Fattori di Rischio della cisti pilonidale

Diversi fattori possono favorire lo sviluppo del sinus pilonidalis, soprattutto nei soggetti predisposti:​​​

  • Traumi o pressione continua sulla zona sacrococcigea
    (es. sedentarietà prolungata, ciclismo o guida frequente).

  • Peli folti e abbondanti
    Facilitano la penetrazione sottocutanea dei peli nella piega interglutea.

  • Insufficiente pulizia locale
    Può causare l’accumulo di peli, residui cutanei e fibre tessili nella zona.

  • Sudorazione profusa
    L’umidità irrita la cute e facilita l’ingresso dei materiali nella cisti.

  • Obesità o sovrappeso
    Aumentano sia lo sfregamento sia il ristagno nella piega glutea.

  • Vestiario troppo attillato
    Gli indumenti stretti creano attrito e aumentano il rischio di irritazioni.

  • Particolari Conformazioni anatomiche

        Dei glutei o del coccige.

  • Sesso ed età
    Colpisce più frequentemente i maschi tra i 15 e i 30 anni.

Schema di una cisti pilonidale: attraverso un piccolo canale entrano i peli che si accumulano formando il Nido

Figura 1. Schema di una cisti pilonidale: attraverso un piccolo canale (sinus) entrano peli e detriti che si accumulano in una cavità (il nido) che si ingrandisce nel tempo e potenzialmente si trasforma in un ascesso.

Sintomi e quadri clinici della cisti sacrococcigea

La cisti pilonidale può presentarsi con sintomi molto diversi, a seconda della fase della malattia. Di seguito distinguiamo le tre principali situazioni cliniche:

Fase asintomatica o silente

Nelle fasi iniziali, la cisti pilonidale può non dare alcun disturbo.

Spesso il paziente non si accorge della sua presenza finché non si infiamma o infetta. L’unico segno visibile può essere un piccolo nodulo nel fondo della piega glutea, talora con un forellino da cui sporge un pelo.

In realtà si tratta di un frammento di pelo, privo di radice, che può essere sfilato facilmente. Questo è un tipico segno di sinus pilonidalis non infetto.

Fase Acuta: Ascesso Sacrococcigeo (Pilonidale)

Quando la cisti si infetta, si forma un ascesso pilonidale, ovvero una raccolta di pus dolorosa e gonfia sotto la cute, della zona sacrococcigea.

I sintomi tipici sono:

  • Tumefazione calda ed arrossata a ridosso della piega glutea

  • Dolore locale intenso, soprattutto da seduti o alla palpazione

  • Calore e tensione cutanea della cute sovrastante la cisti

  • Fuoriuscita di pus maleodorante dall’orifizio cutaneo (se si apre una fistola)

  • Febbre e malessere generale nei casi più gravi

  • Linfonodi inguinali ingrossati, come segno di infiammazione diffusa

Talora l’ascesso si rompe spontaneamente, drenando il pus all’esterno con pressoché immediato miglioramento del quadro clinico. Il drenaggio spontaneo (o chirurgico) dell'ascesso quasi mai risolve il problema in modo definitivo e si ha l'inizio della fase cronica.

Malattia Pilonidale Cronica

Quando la cisti non guarisce del tutto o recidiva, si entra nella fase cronica.

I sintomi principali sono:

  • Episodi ricorrenti di infiammazione locale

  • Fuoriuscita periodica di secrezioni purulente

  • Cicatrizzazione incompleta con zone che si riaprono

  • Presenza di uno o più orifizi fistolosi evidenti

In assenza di un trattamento adeguato, la malattia persiste e può aggravarsi, rendendo più difficile il trattamento successivo. In casi molto rari e trascurati (soprattutto in soggetti immunodepressi), si possono verificare complicanze sistemiche gravi come setticemie o (eccezionalmente) degenerazione neoplastica.

Diagnosi

La diagnosi di cisti pilonidale è clinica e, normalmente, non pone difficoltà

In caso di dubbio diagnostico, possono essere richiesti esami di imaging, come l'ecografia dei tessuti molli o la risonanza magnetica .

Terapia della cisti pilonidale: panoramica generale

Il trattamento della cisti pilonidale dipende dalla fase clinica e dai sintomi. Nei casi non trattati in modo adeguato, sono frequenti recidive, per questo è importante intervenire in modo corretto fin dall’inizio.

Per chi desidera conoscere nel dettaglio le tecniche chirurgiche disponibili – tradizionali e mininvasive – è disponibile una pagina dedicata agli interventi per cisti pilonidale.

In questa sezione presentiamo una panoramica generale delle opzioni terapeutiche, suddivise per stadio clinico.

Fase asintomatica (o Preclinica)

Quando la cisti pilonidale non dà sintomi ed è ancora di piccole dimensioni, non è necessario intervenire immediatamente. Tuttavia, proprio questa fase rappresenta il momento migliore per una risoluzione definitiva.

Perché agire presto?
In assenza di infiammazione, l’intervento può essere eseguito in anestesia locale, in regime ambulatoriale, senza bisogno di ricovero e con un recupero molto più rapido.

 

Se si decide di non operare subito, è comunque fondamentale ridurre il rischio di evoluzione con alcune misure preventive:

  • Mantenere una scrupolosa igiene locale

  • Effettuare una depilazione regolare della zona interglutea (con rasoio, crema o laser)

  • Evitare abiti troppo stretti e lunghe ore seduti senza pause

Queste azioni non eliminano la cisti, ma possono ritardarne o evitare la trasformazione in ascesso.

Fase Acuta: Ascesso Pilonidale (o Sacrococcigeo

In presenza di un’infezione in atto, la cisti si trasforma in un ascesso acuto, con dolore intenso, gonfiore e talvolta febbre.

In questa fase, l’obiettivo è risolvere tempestivamente l’infezione.

  • La terapia antibiotica, da sola, è raramente sufficiente: può ridurre i sintomi nei casi iniziali, ma difficilmente elimina l’ascesso.

  • Quando il gonfiore diventa evidente e doloroso, è necessario procedere con un drenaggio chirurgico.

 

Come avviene il drenaggio?
In genere è un intervento ambulatoriale, eseguito in anestesia locale, che permette di evacuare il pus e ridurre la pressione e il dolore. Segue un breve periodo di medicazioni ambulatoriali fino alla completa guarigione della ferita drenata (in circa 3–4 settimane).

 

È importante sapere che il drenaggio cura l’infezione, ma non rimuove la causa del problema. La cisti tende a riformarsi se non viene trattata chirurgicamente in un secondo momento.

Fase Cronica: Cisti Recidivante o Fistolizzata

Se non trattata definitivamente, la cisti può diventare cronica, con episodi ripetuti di infiammazione, secrezioni e formazione di fistole cutanee. In questi casi, l’unico trattamento realmente risolutivo è l’intervento chirurgico. Questo può essere effettuato con tecniche tradizionali o con procedure mininvasive.

  • Chirurgia tradizionale: consiste nell’escissione completa della cisti e dei tragitti fistolosi.
    Può essere seguita da:

    • Guarigione per seconda intenzione (ferita lasciata aperta) → tempi lunghi di cicatrizzazione, ma minore rischio di infezione profonda.

    • Guarigione per prima intenzione (ferita suturata) → recupero più rapido, ma con rischio maggiore di apertura della ferita o recidiva.

  • Tecniche mininvasive: come la EPSiT (Endoscopic Pilonidal Sinus Treatment) o il trattamento laser (SiLaC), rappresentano oggi le soluzioni più moderne.

 

Per un confronto completo fra chirurgia tradizionale e mininvasiva, leggi la pagina dedicata:
Terapia chirurgica della cisti pilonidale 

Tabella 1: Comparazione delle tecniche chirurgiche tradizionali con quelle mininvasive per la terapia della cisti pilonidale

Comparazione delle tecniche chirurgiche tradizionali con quelle mininvasive per la terapia della cisti pilonidale

In sintesi

Il tipo di trattamento va sempre personalizzato in base al quadro clinico:

  • Dimensioni e profondità della cisti

  • Presenza di infezione o fistole

  • Frequenza delle recidive

  • Stile di vita del paziente

Non aspettare che la situazione peggiori: rivolgersi tempestivamente a uno specialista può semplificare la cura, evitare complicanze e rendere possibile una terapia mininvasiva, con meno disagio e più rapida guarigione.

Prevenzione

La prevenzione si basa sull'adozione di alcune buone pratiche igienico-comportamentali, soprattutto se si hanno fattori di rischio o si è stati sottoposti ad un intervento chirurgico:

  • Igiene scrupolosa

  • Depilazione regolare

  • Evitare sedute prolungate

  • Abbigliamento adeguato

  • Controllo del peso

Adottando queste misure si può ridurre il rischio di sviluppare una cisti pilonidale o di incorrere in recidive post-trattamento.

Continua la lettura nella pagina dedicata agli interventi per cisti pilonidale

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