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Cura e Trattamento della Cisti Pilonidale: Intervento Tradizionale vs Tecnica Mininvasiva (EPSiT)

In questa pagina esaminiamo le opzioni chirurgiche per eliminare definitivamente la cisti pilonidale (o cisti sacrococcigea). Dall'operazione tradizionale "open" alle nuove tecniche mininvasive come l'EPSiT (Endoscopic Pilonidal Sinus Treatment) e la chiusura laser, scopriamo vantaggi, tempi di recupero e risultati di ciascun metodo.

Quando operare la cisti pilonidale?

Il momento giusto per intervenire chirurgicamente dipende dallo stadio della malattia e dai sintomi.

Se la cisti è asintomatica, in casi iniziali e senza sintomi evidenti, si può scegliere un monitoraggio attivo, con misure conservative:

  • igiene accurata,

  • depilazione regolare della piega interglutea.

Questa strategia può rallentare l’evoluzione, ma non elimina la cisti.

L’intervento diventa necessario se:

  • la cisti causa fastidi ricorrenti,

  • si infetta più volte,

  • sono presenti uno o più tragitti fistolosi.

In questi casi, la chirurgia è l’unica soluzione definitiva per rimuovere il “nido” di peli e i tessuti infetti,  prevenire ulteriori recidive ed il peggioramento del quadro clinico.

 

Quando si è già formato un ascesso

Spesso si arriva all'intervento dopo episodi ripetuti di ascesso.

Il ciclo è tipico: l’ascesso viene drenato, i sintomi migliorano per un po’, ma poi tornano. Fino a quando la cisti non viene asportata definitivamente.

Prima dell’intervento definitivo

Se è presente un’infezione acuta (ascesso in atto), si esegue prima un drenaggio chirurgico in anestesia locale, per far guarire i tessuti.
L’intervento risolutivo viene programmato in seguito, quando non è più presente infezione.

Se non c’è ascesso attivo, si può pianificare direttamente l’operazione.

 

Scelta della tecnica chirurgica

Il chirurgo valuterà la tecnica più adatta in base a:

  • dimensioni e profondità della cisti,

  • numero di tragitti fistolosi,

  • eventuali recidive.

Se possibile, si privilegeranno le tecniche mininvasive, che offrono tempi di recupero più brevi e minori disagi.

Cisti Pilonidale: Tipi di Intervento

Esistono oggi diverse tecniche chirurgiche per trattare in modo definitivo la cisti pilonidale, anche nota come cisti sacrococcigea. Possiamo suddividerle in due grandi categorie: tradizionali e mininvasive.

Chirurgia tradizionale "open"(escissione ampia)

Questa tecnica è in uso da decenni. Prevede l’asportazione completa della cisti e dei suoi tragitti fistolosi mediante un’incisione ampia, generalmente a losanga o ovalare, fino al piano sacro.

➤ Due possibili modalità di guarigione:

  • Ferita lasciata aperta (guarigione per seconda intenzione):
    la ferita non viene suturata, ma lasciata guarire gradualmente dall’interno.

    • ⏱ Richiede 4–6 settimane di medicazioni frequenti (2–3 volte a settimana).

    • ✅ Vantaggio: minore rischio di infezione profonda.

    • ❌ Svantaggio: decorso lungo e impegnativo.

  • Ferita suturata (guarigione per prima intenzione):
    i margini della ferita vengono chiusi con punti.

    • ⏱ Rimozione punti dopo 10–14 giorni.

    • ❌ Rischio di infezione della sutura o recidiva sotto la cicatrice.

    • Talvolta si ricorre a lembo cutaneo plastico per chiudere l’area.

⚠️ Considerazioni

  • Il post-operatorio e le medicazioni possono essere dolorose.

  • La gestione della ferita è impegnativa.

  • Le attività quotidiane (lavoro, sport) devono essere sospese per settimane.

  • Le recidive si verificano nel 10–20% dei casi, secondo la letteratura.

Schema di intervento chirurgico tradizionale per cisti pilonidale: l’escissione interessa una losanga di tessuto fino al piano presacrale. La ferita può essere lasciata aperta per guarigione spontanea (seconda intenzione) o chiusa con punti (prima intenzione), con possibilità di sollecitazioni che talvolta compromettono la tenuta della sutura.

Figura 1. Schema di intervento chirurgico tradizionale per cisti pilonidale: l’escissione interessa una losanga di tessuto fino al piano presacrale. La ferita può essere lasciata aperta per guarigione spontanea (seconda intenzione) o chiusa con punti (prima intenzione), con possibilità di sollecitazioni che talvolta compromettono la tenuta della sutura.

Chirurgia mininvasiva: tecnica EPSiT

La tecnica EPSiT (Endoscopic Pilonidal Sinus Treatment) è un approccio moderno e mininvasivo introdotto nel 2013, oggi ampiamente adottato nei centri specializzati.

🔎 In cosa consiste

  • In anestesia locale o leggera sedazione, il chirurgo introduce un fistuloscopio (un endoscopio sottile) nella cavità cistica attraverso una piccola apertura cutanea (< 5 mm).

  • All’interno, visualizza e rimuove:

    • peli residui,

    • tessuti infetti,

    • secrezioni.

  • Le pareti della cavità vengono cauterizzate con ansa elettrica o laser.

  • Al termine: nessun punto di sutura, solo piccole aperture lasciate aperte e coperte con cerotto.

Vantaggi principali

  • Nessuna grande incisione, solo piccole ferite puntiformi.

  • ⏱ Intervento breve (30–40 minuti), in day surgery o one day surgery.

  • 🛏 Recupero rapido: il paziente torna a casa in giornata o la mattina successiva.

  • 🚶‍♂️ Ripresa delle normali attività in 24–48 ore.

  • ❗ Minore dolore, minime medicazioni, ottimo impatto estetico.

📉 Limiti della tecnica

  • In cisti molto complesse o recidivanti, con più tragitti ramificati, l’endoscopio potrebbe non raggiungere tutte le cavità.

  • In questi casi si può optare:

    • per una seconda sessione endoscopica,

    • oppure per un intervento “open” mirato.

Importante: provare la tecnica mininvasiva non preclude la possibilità di passare in seguito alla chirurgia tradizionale, se necessario, mentre è quasi sempre vero il contrario.

Tabella comparativa fra gli interventi tradizionali e EPSiT per la cisti pilonidale.

Tabella 1: Comparazione delle tecniche chirurgiche tradizionali con quelle mininvasive per la terapia della cisti pilonidale

Chirurgia Mininvasiva con laser: tecnica SiLaC

Un’altra opzione mininvasiva è la tecnica SiLaC (Sinus Laser Closure):

  • Si introduce una fibra laser nella cisti.

  • Il laser cauterizza le pareti della cavità, inducendone la chiusura.

📌 Caratteristiche

  • Anestesia locale, intervento ambulatoriale.

  • Nessuna incisione ampia.

  • Limitazioni:

    • Procedura eseguita alla cieca, senza controllo visivo.

    • Non consente il trattamento preciso di eventuali ramificazioni complesse.

    • I risultati a lungo termine sono incerti, secondo la letteratura.

Decorso post-operatorio e tempi di guarigione

Dopo il trattamento chirurgico della cisti pilonidale, la durata della convalescenza varia a seconda della tecnica usata. Con la chirurgia tradizionale “open”, il paziente necessita di riposo e di cure della ferita per diverse settimane, come descritto. Con la tecnica mininvasiva EPSIT, invece, il recupero è molto più rapido e agevole.

Nella maggior parte dei casi:

  • Dolore post-operatorio: lieve dopo EPSIT (gestibile con analgesici comuni), più intenso dopo l'escissione ampia.

  • Degenza: in caso di EPSiT spesso non serve ricovero (day-hospital); la chirurgia tradizionale può richiedere 1-2 giorni di degenza ospedaliera.

  • Medicazioni:

    • dopo EPSiT sono minime - basta tenere pulita la zona e cambiare un piccolo bendaggio ogni giorno.

    • Dopo chirurgia tradizionale con ferita aperta, invece, servono medicazioni frequenti (da personale sanitario, 2-3 volte a settimana, oppure formazione di un familiare per assistenza a domicilio) fino a guarigione completa.

  • Ritorno alle attività: dopo interventi mininvasivi è possibile il ritorno a lavoro (o scuola) dopo 2-3 giorni. Da subito sono consentite le attività leggere e la guida dell'auto. Dopo interventi tradizionali servono 2-4 settimane prima di poter riprendere le normali attività della vita quotidiana, quelle sportive e lavorative, con alcune restrizioni. 

Per tutti i tipi di intervento è fondamentale seguire le indicazioni del chirurgo per la cura della ferita:

  • igiene locale,

  • evitare traumi o trazioni sui glutei,

  • presentarsi alle visite di controllo.

 

I controlli post-operatori servono a monitorare la guarigione e ad intercettare tempestivamente eventuali problemi (come infezioni, ematomi o raccolte di siero), così da trattarli subito.

La rimozione dei punti (se sono stati messi) di solito avviene 10-14 giorni dopo l'intervento.

Un aspetto importante del post-operatorio è la prevenzione delle recidive: anche dopo una chirurgia riuscita, c’è sempre una piccola possibilità che nel tempo si formi una nuova cisti pilonidale. Per minimizzare questo rischio, si raccomanda di proseguire con l’epilazione periodica dell’area sacrococcigea (ad es. ogni 1-2 mesi per almeno 6 mesi dopo l’intervento) e di continuare con le norme igieniche e comportamentali descritte nella pagina sugli aspetti generali della cisti pilonidale.

Vantaggi del trattamento mininvasivo

In sintesi, la tecnica mininvasiva endoscopica per la cisti pilonidale offre numerosi vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale:

  • Minore trauma chirurgico: non occorre fare un’ampia incisione, ma solo piccoli fori millimetrici.

  • Meno dolore e farmaci: il trauma chirurgico ridotto comporta un dolore post-operatorio minimo, gestibile con antidolorifici blandi.

  • Recupero veloce: degenza in day-hospital e ritorno rapido alle proprie attività (in alcuni casi già dal giorno successivo all’intervento).

  • Cicatrici minime: rimangono solo piccole cicatrici puntiformi, spesso quasi invisibili dopo qualche mese, invece di un’ampia cicatrice chirurgica. Ciò ha anche un beneficio psicologico per il paziente.

  • Basso impatto sulle attività quotidiane: le piccole ferite non impediscono di camminare, sedersi (con un po’ di cautela iniziale) e svolgere gran parte delle normali attività sin da subito.

  • Meno complicanze locali: minor rischio di infezioni della ferita o aperture dei punti, poiché non ci sono suture sotto tensione e l’area lesa è molto più piccola.

 

È importante sottolineare che non tutti i pazienti sono candidati ideali per l’EPSiT: in presenza di malattia molto estesa o recidive complesse, il chirurgo potrà indicare un approccio differente.

In un numero ridotto di casi, l’EPSiT potrebbe necessitare di una seconda sessione per arrivare alla guarigione completa da eseguire a distanza di qualche mese dal primo. 

Conclusioni

La cura della cisti pilonidale ha visto notevoli progressi, passando da interventi chirurgici demolitivi con lunghe convalescenze a tecniche moderne molto più rapide e sopportabili.

In mani esperte, l’uso di tecniche mininvasive, come l’EPSiT, consente di trattare in modo efficace la cisti pilonidale, riducendo al minimo il disagio per il paziente.

Il messaggio finale per chi soffre di cisti pilonidale è di non aver paura a farsi visitare: oggi disponiamo di soluzioni terapeutiche che garantiscono un’ottima riuscita con un recupero veloce e poche limitazioni, restituendo rapidamente una vita normale, libera dai fastidi della malattia pilonidale.

Fonti bibliografiche

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Ojo D. et al. European Society of Coloproctology guidelines for the management of pilonidal disease. Br J Surg. 2024 Oct 1;111(10):znae237. doi: 10.1093/bjs/znae237. PMID: 39397672.

Segre D et al.; Italian Society of Colorectal Surgery. The treatment of pilonidal disease: guidelines of the Italian Society of Colorectal Surgery (SICCR). Tech Coloproctol. 2015 Oct;19(10):607-13. doi: 10.1007/s10151-015-1369-3. Epub 2015 Sep 16. PMID: 26377583.

Grabowski Jet al. The management of pilonidal disease: A systematic review. J Pediatr Surg. 2019 Nov;54(11):2210-2221. doi: 10.1016/j.jpedsurg.2019.02.055. Epub 2019 Mar 19. PMID: 30948198.

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