L'HPV, o Human Papilloma Virus, è un virus altamente diffuso che colpisce circa l'80% della popolazione sessualmente attiva. Sebbene spesso associato al cancro alla cervice uterina, rappresenta una minaccia per la salute di entrambi i sessi, causando:
Neoplasie Uterine: oltre il 95% dei tumori maligni della cervice uterina è causato da un’infezione da HPV.
Neoplasie laringee: l'incidenza di queste neoplasie è in crescita, soprattutto nelle donne, con l'HPV responsabile di circa il 70% dei casi.
Verruche ano-genitali: crescite benigne ma fastidiose che colpiscono sia uomini che donne.
Cancro del pene: una forma di cancro rara ma grave negli uomini.
Cancro anale: un tumore che colpisce entrambi i sessi, con maggiore incidenza negli MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini). Negli ultimi venti anni è stato osservato un incremento esponenziale dei casi osservati, soprattutto nelle donne e nei pazienti con depressione immunitaria.
La vaccinazione rappresenta una misura di prevenzione fondamentale contro l'HPV e le sue conseguenze. Raccomandata per entrambi i sessi in età preadolescenziale, offre un'elevata efficacia e sicurezza.
In Italia, la copertura vaccinale contro l'HPV è ancora troppo bassa, circa il 62% per le donne e il 40% per i maschi (l’ultimo dato pubblicato riguarda i vaccinati nell’anno 2018), ben lontana dall'obiettivo del 95% raccomandato dall'OMS. In Australia, invece, grazie ad un programma di vaccinazione di grande successo, la copertura vaccinale nel 2017 ha superato l'80% nelle femmine e il 74% nei maschi, con un incremento costante dei vaccinati ogni anno. In Australia, si stima che le neoplasie uterine saranno virtualmente eliminate entro i prossimi 15 anni.
Forse non tutti sanno che la vaccinazione contro l'HPV può essere recuperata gratuitamente:
Entro i 26 anni: per tutti coloro che non hanno completato il ciclo vaccinale in età adolescenziale.
Oltre i 26 anni: per specifiche categorie a rischio, come: Trapiantati, immunodeficenze congenite o acquisite, MSM, ecc.
Perché recuperare la vaccinazione?
La vaccinazione è efficace anche se viene somministrata in età adulta.
Protegge dalle neoplasie correlate all'HPV.
Riduce il rischio di trasmissione del virus.
Dove fare la vaccinazione (esiste variabilità regionale)
Centri Vaccinali della ASL di residenza
Consultori
Pediatri di libera scelta
Oltre alla vaccinazione, l'adozione di misure comportamentali è fondamentale per ridurre il rischio di contagio:
Utilizzare il preservativo durante i rapporti sessuali.
Limitare il numero di partner sessuali.
Mantenere una buona igiene personale.
Informare la popolazione sull'HPV è un'urgenza inderogabile per aumentare la consapevolezza del virus e delle malattie da esso causate. La carenza di informazioni su questo tema è un problema serio che richiede un impegno maggiore da parte di:
Istituzioni sanitarie: Ministero della Salute, ASL, ospedali.
Media: giornali, televisione, radio.
Scuola: integrare l'educazione sessuale nei programmi scolastici. È un argomento di cui si parla da decenni, senza che sia stata trovata una soluzione
Associazioni di ricerca: l’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) e la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) sono impegnate in iniziative che promuovono la ricerca contro i tumori e la loro prevenzione. La loro azione è meritevole ma troppo isolata per essere realmente efficace.
I canali di informazione classici risultano purtroppo deficitari:
Siti web istituzionali: Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e ASL offrono informazioni ampie ma poco accessibili, anche nel senso di comprensibilità, per il pubblico generico.
Siti web di società scientifiche: le associazioni delle specialità mediche (ginecologi, chirurghi, otorinolaringoiatri, oncologi, ecc.) non fanno una attività di promozione capace di raggiungere in modo efficace l’oggetto dell’informazione: i genitori, per la vaccinazione, gli adolescenti, per prevenire i comportamenti sessuali a rischio.
Diffusione sui quotidiani nazionali: gli articoli che trattano di argomenti connessi all’HPV sono numericamente raddoppiati dal 2017 al 2023 per quasi tutte le testate nazionali. Tuttavia, risultano troppo spesso insufficienti sotto il profilo dei contenuti e del risalto che viene dato all’articolo. Troppo spesso si parla dell’HPV come responsabile solo del cancro dell’utero, dimenticando quelli della laringe, dell’ano e del pene. Forse, perché ancora sia ha difficoltà a parlare in modo aperto e sereno delle malattie sessualmente trasmesse, considerando tutte le modalità di realizzazione di un rapporto sessuale.
I social media rappresentano l'unica vera forma di divulgazione in grado di raggiungere ampie fasce di popolazione, soprattutto quelle più a rischio. Tuttavia, anche in questo contesto, i post sull'HPV sono finora scarsi e poco diffusi rispetto a quelli che trattano di argomenti leggeri o commerciali.
La capacità dei social network di indirizzare i loro utilizzatori e, in senso più generale, l'intera popolazione verso comportamenti socialmente positivi è stata dimostrata in occasione del ricovero ospedaliero del rapper e influencer Fedez per una grave emorragia digestiva. Il suo post di ringraziamento a quanti avevano donato sangue ha fatto aumentare il numero delle donazioni di sangue a valori mai visti in precedenza.
È inaccettabile che un tema così importante per la salute pubblica come la prevenzione della diffusione dell'HPV venga ignorato o marginalizzato. Serve un'azione concertata per:
Sviluppare campagne informative mirate sui social media, sfruttando linguaggi e canali fruibili dai diversi target di popolazione.
Coinvolgere influencer e personaggi noti per sensibilizzare il pubblico sull'HPV e la sua prevenzione.
Promuovere la formazione di giornalisti e divulgatori scientifici per una comunicazione efficace e accessibile.
Solo un'informazione capillare e tempestiva può arginare la diffusione dell'HPV e proteggere la salute di tutti.
Questo è un invito per tutti a mobilitarsi e a farsi promotori di una cultura della prevenzione.
Insieme possiamo fare la differenza!
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