Dott. Antonio Daffinà
proctologoaroma.it
Cos'è la Sindrome da Defecazione Ostruita?
La Sindrome da Defecazione Ostruita (SDO) è una condizione complessa che si verifica quando il paziente ha difficoltà a defecare a causa di fattori ostruttivi dovuti a cause organiche o disfunzionali dei muscoli del pavimento pelvico, del retto o del canale anale.
La SDO è un problema comune che interessa il 18% della popolazione di tutte le età, ma è più diffuso nelle donne, dopo i 40 anni.
Quali sono le cause della SDO?
Le cause principali della SDO sono l’anismo, la disfunzione del pavimento pelvico, il rettocele, l'invaginazione rettale e il prolasso rettale. Questi fattori possono rendere difficile per il paziente defecare normalmente, portando all'accumulo di feci nel retto e alla necessità di sforzarsi e/o assumere posizioni particolari durante l’evacuazione. In alcuni casi, si è costretti a ricorrere alla digitazione per rimuovere le feci dall’ampolla o svuotare un rettocele.
L’anismo è una condizione che si riscontra in almeno il 30% dei casi di ODS ed è dovuta al malfunzionamento di un muscolo, il puborettale, il cui mancato rilasciamento durante la spinta defecatoria impedisce l’apertura dell’ano e il passaggio delle feci.
L’Invaginazione Retto-Anale e il Prolasso Rettale sono due condizioni che si realizzano quando, durante la spinta defecatoria, il retto viene spinto nel canale anale (Invaginazione retto-anale) in modo sempre più pronunciato, fino ad arrivare a sporgere dall’ano, in modo temporaneo o permanente (Prolasso Rettale).
Il Rettocele, nei casi più comuni, è costituito da un'erniazione della parete rettale anteriore verso la vagina, potendo arrivare a sporgere a livello del vestibolo vaginale.
Altri fattori che possono contribuire allo sviluppo della SDO includono la stitichezza cronica, le emorroidi, le ragadi anali e la sindrome dell'intestino irritabile. In alcuni casi queste condizioni più che causa sono una conseguenza della SDO, e il loro instaurarsi contribuisce al peggioramento della SDO, realizzando un circolo vizioso che è difficile interrompere.
La SDO è quasi costantemente presente in caso di prolasso di organi pelvici, come la vescica e l’utero, e quando esiste una condizione di iposensibilità rettale, nella quale è persa la capacità di percepire la presenza di feci in ampolla e la necessità di evacuare.
Da ultimo, ricordiamo l’Ansia Defecatoria che spesso si associa a tutte quelle condizioni in cui la defecazione è dolorosa, per cui questa viene ritardata fino a quando non è più possibile procrastinarla. Questo comportamento può perdurare anche dopo che la causa originaria è stata rimossa.
La SDO può, inoltre, essere presente nei pazienti affetti da disordini alimentari, depressione e comportamenti ossessivo-compulsivi.
La SDO può instaurarsi durante la gravidanza o dopo il parto, dopo interventi chirurgici sugli organi e strutture della pelvi e dopo traumi e violenze.
Nell’insieme, bisogna considerare che la SDO è come un iceberg, nel quale coesistono aspetti di facile apprezzamento, come il rettocele, ed altri di meno immediata percezione, come l’anismo.
La coesistenza di queste componenti è costante in una realtà in cui ciascun elemento ha un’ampia variabilità individuale. Da questo ne deriva che questi pazienti devono essere valutati e trattati nella loro completezza. Affrontare una sola problematica, tralasciando le altre componenti, espone al rischio di insuccessi o, nella migliore delle ipotesi, porta a successi parziali e temporanei, talaltro perché affrontare solo uno degli aspetti della SDO causa disorientamento.
Quali sono i sintomi della SDO?
Se hai una di questi sintomi, è probabile che tu soffra di SDO:
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Hai la necessità di defecare, ma non riesci
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L’evacuazione è difficile e/o dolorosa
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Non riesci a evacuare in modo completo, hai la sensazione di non aver finito
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Avverti un ostacolo che impedisce/ostacola l’uscita delle feci
Se stai avendo questi disturbi è importante che ne parli con il tuo medico per individuarne la causa e pianificare il trattamento, prima che si instaurino complicanze e danni anatomici che possono essere trattati solo con un intervento chirurgico.
Come viene diagnosticata la SDO?
Dopo un’accurata raccolta della storia clinica e una visita proctologica nella quale verranno ricercate possibili condizioni ostruttive, cause di dolore e segni di prolasso, verranno richiesti alcuni esami per caratterizzare la situazione clinica:
La Manometria Anorettale, un esame con il quale vengono valutate sia la sensibilità che la capacità di contrazione e rilassamento del retto e degli sfinteri. Viene effettuata inserendo nell’ano una piccola sonda collegata ad un computer con il quale vengono analizzati i dati. È un esame utile per valutare la componente funzionale della SDO.
La Rx-Defecografia o la RM-Defecografia, esami che ci informano sul comportamento del retto, del canale anale, degli organi pelvici e dell’intestino durante l’evacuazione di un gel con il quale è stato disteso il retto. Consentono di studiare in dettaglio le componenti meccaniche dell’ODS.
Quale è il trattamento della SDO?
Il trattamento della SDO dipende da quale sia la causa prevalente. In alcuni casi il solo cambiamento dello stile di vita, con una maggiore assunzione di fibre e acqua, e un’attività fisica regolare, possono essere sufficienti per migliorare la funzione defecatoria e ridurre i sintomi della costipazione.
Quando sono presenti alterazioni anatomiche, come il Rettocele o il Prolasso, la chirurgia può essere necessaria per correggere il problema. In questi casi trovano indicazioni interventi come la STARR, gli interventi di Rettopessi o la Colporrafia Posteriore.
Quando la SDO ha un’origine funzionale, come l’anismo o la disfunzione del pavimento pelvico, è indicata la Terapia di Biofeedback. Questa consiste nell’usare dei sensori per monitorare l’attività muscolare durante l'atto della defecazione e insegnare ai pazienti come coordinare l’attività di rilasciamento e contrazione degli sfinteri e della muscolatura addominale e pelvica coinvolta nell’atto.
Una SDO non trattata può portare a complicanze come il sanguinamento rettale, la formazione di fecalomi, l’incontinenza e le infezioni delle vie urinarie.
La terapia chirurgica del Rettocele e del Prolasso rettale è discussa nei rispettivi paragrafi.
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