
Dott. Antonio Daffinà
proctologoaroma.it
Cos’è la cisti pilonidale?
La cisti pilonidale – detta anche sinus pilonidalis o cisti sacrococcigea – è una sacca anomala situata nel sottocutaneo, simile a un nodulo, che in genere contiene peli, cellule cutanee e altro materiale semi-solido. Si forma tipicamente nella zona dell’osso sacro, nel fondo della piega interglutea, circa 4-5 cm sopra l’ano. Si tratta di una lesione benigna, ma da non trascurare: col tempo può infiammarsi o infettarsi, causando dolore e altri disturbi.
Il termine "pilonidale" deriva dal latino pilus (pelo) e nidus (nido), proprio perché spesso all’interno della cisti si trova un “nido di peli”. In rari casi, la cisti pilonidale può comparire anche in zone diverse (ombelico, ascelle, cuoio capelluto), ma la sede sacro-coccigea è di gran lunga la più comune.

Figura 1. La Cisti Pilonidale è una cavità oblunga che comunica con l'esterno attraverso un tramite più o meno lungo attraverso il quale frammenti di peli, cellule desquamate, fibre tessili e secrezioni cutanee vengono "risucchiate"all'interno di una cavità sottocutanea (di solito rappresentata dalla sede di un pelo caduto in precedenza) creando un accumulo di materiale (il nido) che si accresce nel tempo). Se i batteri presenti nella cisti subiscono una virulentazione, si avrà la formazione di un ascesso sacrococcigeo.
Cause e fattori di rischio
Le cause precise della cisti pilonidale non sono del tutto certe, ma l’ipotesi più accreditata è che si tratti di una condizione acquisita: i peli e detriti cutanei penetrano sottopelle nella zona interglutea, generando una reazione infiammatoria e la formazione della cisti.
Diversi fattori di rischio possono contribuire allo sviluppo del sinus pilonidalis:
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Traumi o pressione ripetuta sulla zona sacrococcigea (ad esempio per lunghi periodi seduti, ciclismo o guida prolungata.
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Peli folti e abbondanti: un eccesso di peli nella zona favorisce il loro incarnamento sottocutaneo.
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Scarsa igiene e accumulo di detriti cutanei/sebo nella piega interglutea.
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Sudorazione profusa: l’umidità e i batteri favoriscono l’irritazione della cute.
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Obesità o sovrappeso: il peso e lo sfregamento dei glutei aumentano il rischio.
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Vestiario molto attillato: indumenti stretti possono creare attrito nella zona coccigea.
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Sedentarietà: stare seduti molte ore ogni giorno è associato a questa patologia.
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Sesso ed età: colpisce più spesso soggetti di sesso maschile tra i 15 e i 30 anni (picco di incidenza intorno ai 20 anni, probabilmente per la maggiore densità di peli terminali e fattori ormonali.
Il meccanismo che porta alla formazione della cisti è relativamente semplice. La cavità di un follicolo pilifero che residua alla caduta del pelo va in contro a un'alternanza di dilatazioni e compressioni per effetto delle sollecitazioni meccanicamente trasmesse dai movimenti dei glutei. Si crea un meccanismo a mantice che, nella fase di dilatazione, risucchia frammenti di peli, detriti cutanei e fibre tessili all'interno della cavità. Questi elementi entrano con facilità ma non riescono a fuoriuscire per le piccole dimensioni dell'apertura esterna del follicolo pilifero.
Con questo meccanismo, lento ma inarrestabile, quantitativi sempre maggiori di detriti cutanei e peli si accumulano nella cavità che diventa sempre più ampia e porta alla formazione della Ciste Pilonidale o Sacrococcigea.
Va notato che in casi molto rari e particolari (ad es. pazienti immunodepressi), una cisti pilonidale trascurata per molti anni potrebbe andare incontro a degenerazione maligna, evolvendo in un carcinoma a cellule squamose. Si tratta comunque di evenienze estremamente rare – meno di un caso su 100.000 – ma che rafforzano l’importanza di non trascurare il problema.
Sintomi e quadri clinici
Nelle fasi iniziali la cisti pilonidale può essere asintomatica. Spesso il paziente non si accorge della sua presenza finché non sopraggiunge un’infiammazione o infezione. Nella fase “silente” si può notare solo una piccola fossetta o apertura cutanea da cui sporge un pelo. In realtà si tratta solo di un frammento che si lascia sfilare con facilità. Che si tratti di un frammento, anche lungo, lo si capisce perché manca la radice. Quando però la cisti si infetta e si riempie di materiale purulento, causa un ascesso pilonidale: una raccolta di pus dolorosa e rigonfia sotto la pelle.
I sintomi tipici dell’ascesso (o della cisti infetta) includono:
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Gonfiore e arrossamento nella regione sacro-coccigea, tra i glutei.
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Dolore locale, che si accentua alla palpazione e quando si è seduti.
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Calore e tensione della pelle sovrastante la cisti.
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Fuoriuscita di secrezione densa e maleodorante dall’apertura cutanea (se si è creata una fistola).
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Febbre, malessere generale e linfonodi inguinali ingrossati (nei casi di infezione acuta più estesa).
Spesso il dolore intenso indica che si sta formando una fistola collegata alla cisti. Infatti, l’ascesso pilonidale, se non trattato tempestivamente, può rompersi spontaneamente drenando il pus all’esterno e creando uno o più tragitti fistolosi cronici.
In questa condizione (detta malattia pilonidale cronica) il disturbo tende a ripresentarsi con episodi ricorrenti di infiammazione, drenaggio di materiale purulento e cicatrizzazione incompleta. Senza adeguata cura, la situazione può cronicizzare ulteriormente e, nei casi peggiori, portare a infezioni sistemiche (setticemie) o altre complicanze serie.
Diagnosi
La diagnosi di cisti pilonidale è per lo più clinica. Il medico (solitamente un chirurgo generale o colon-proctologo) ispeziona la regione sacro-coccigea in posizione prona, cercando l’eventuale presenza di uno o più orifizi cutanei sulla linea mediana (i “puntini” o fossette del sinus) e valutando segni di infiammazione (rossore, edema, secrezioni).
Spesso è evidente la caratteristica “coda di cometa” o “corda di violino”: un sottile cordone fibroso sottocutaneo che collega le aperture fistolose.
In caso di dubbio diagnostico (ad esempio per distinguere da una fistola perianale profonda o da altre patologie coccigee), si possono eseguire esami di imaging: ecografia dei tessuti molli locali, eventualmente risonanza magnetica della zona, per mappare i tragitti fistolosi e pianificare al meglio il trattamento.
Trattamento: panoramica generale
La terapia della cisti pilonidale varia a seconda della gravità e dell’evoluzione della malattia. È noto che questa patologia tende a dare molte recidive se non viene risolta in modo adeguato. Non a caso, nel corso degli anni sono state sviluppate numerose tecniche chirurgiche differenti per trattarla, e le linee guida internazionali (American Society of Colon and Rectal Surgeons, Società Italiana di Chirurgia Colorettale, European Society of Coloproctology) forniscono raccomandazioni su come scegliere l’approccio ottimale caso per caso.
In generale, possiamo distinguere diversi approcci:
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Vigilanza attiva e igiene – Se la cisti è piccola e non infetta (quindi asintomatica), si può adottare un atteggiamento conservativo. Non è necessario intervenire subito chirurgicamente: spesso si consiglia di mantenere un’accurata igiene della regione e procedere con una depilazione regolare dell’area interglutea, per evitare ulteriori accumuli di peli e favorire il riassorbimento della cisti. Questa strategia va sempre valutata dal medico e richiede un attento monitoraggio.
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Trattamento dell’infezione acuta – Se è presente infiammazione o infezione in atto, ma prima che si formi un ascesso esteso, il medico può prescrivere una terapia antibiotica (mirata ai germi cutanei anaerobi) associata ad antinfiammatori e analgesici. Il trattamento farmacologico può mitigare l’infezione nei casi iniziali (ad es. presenza di cellulite locale) evitando o posticipando l’intervento. Se invece c’è già un ascesso fluttuante, l’approccio indicato è l’incisione e drenaggio: in anestesia locale si pratica un piccolo taglio sulla cisti per far fuoriuscire il pus, rimuovendo eventuali peli e detriti interni. Dopo il drenaggio si deterge la cavità con soluzione salina e si applica una garza; in genere, con medicazioni frequenti (3 volte a settimana) e antibiotici, la ferita drenata guarisce in circa 4 settimane. Va sottolineato però che queste misure risolvono temporaneamente l’infezione acuta, ma non eliminano la predisposizione alla recidiva: spesso dopo qualche tempo la cisti si riforma se non viene asportata definitivamente.
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Intervento chirurgico – È l’unica soluzione definitiva per la cisti pilonidale cronica o recidivante. L’operazione mira ad asportare completamente il tessuto cistico e i tragitti fistolosi, prevenendo ulteriori infezioni. Negli ultimi anni si è diffuso un approccio mininvasivo chiamato EPSIT (Endoscopic Pilonidal Sinus Treatment), che oggi rappresenta la tecnica di prima scelta nella maggior parte dei casi.
Ne parleremo in dettaglio nella pagina dedicata proprio al trattamento chirurgico. In alcuni centri, per casi selezionati, si sono utilizzate anche procedure innovative come la chiusura con colla di fibrina o le iniezioni di fenolo nelle cisti di piccole dimensioni: queste tecniche mininvasive possono favorire la guarigione in casi iniziali, ma non sempre garantiscono risultati duraturi e, soprattutto, possono causare complicanze maggiori.
Il tipo di trattamento verrà deciso dallo specialista in base alla situazione clinica del paziente: dimensioni della cisti, presenza di infezione acuta, numero di fistole, ecc.
In ogni caso, è fondamentale rivolgersi a un medico esperto (chirurgo generale o colon-proctologo) tempestivamente ai primi segni di cisti pilonidale, senza attendere che la condizione peggiori. Un intervento precoce, infatti, aumenta le probabilità di successo delle tecniche mininvasive prima che il processo diventi troppo esteso.
Prevenzione
Purtroppo, non sempre è possibile prevenire la formazione di una cisti pilonidale, dato che le cause esatte restano incerte. Tuttavia, è consigliabile adottare alcune buone pratiche igienico-comportamentali, specialmente se si hanno fattori di rischio o dopo aver trattato una cisti, per ridurre le probabilità di recidiva:
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Igiene scrupolosa: mantenere sempre pulita e asciutta la zona tra i glutei.
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Depilazione regolare: rimuovere periodicamente i peli nell’area sacro-coccigea (con rasatura tradizionale, creme depilatorie o laser, secondo consiglio medico).
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Evitare sedute prolungate: fare pause frequenti se si sta molto tempo seduti; alternare posizioni e usare cuscini ciambella per alleviare la pressione sul coccige.
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Abbigliamento adeguato: preferire biancheria e pantaloni comodi, traspiranti e non troppo attillati, per evitare sfregamenti e accumulo di sudore.
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Controllo del peso: mantenere il peso forma; in caso di sovrappeso od obesità è utile dimagrire per ridurre la tensione sulla regione glutea.
Adottando queste misure e intervenendo prontamente ai primi sintomi, si può ridurre il rischio di sviluppare una cisti pilonidale o di incorrere in fastidiose recidive post-trattamento.
Continua la lettura nella pagina dedicata ai diversi interventi per cisti pilonidale